Jacob era in piedi sulle mie spalle. Il collo era stretto da un cappio; la corda tesa passava per un anello piantato nella chiave dell’arco, mentre l’altra estremità l’avevano annodata ad un carro malmesso. 

La banda di Fitzpatrick puniva così i chiacchieroni e i vigliacchi.

L’arco di vecchi mattoni era l‘ingresso dell’hacienda, ormai ridotta ad un cumulo di pietre, simili allo scheletro di un coyote. 

La banda era sparita, qualche ora prima, in una nuvola di polvere e zoccoli. Ero finito ai piedi dell’arco perché non me l’ero sentita di sparargli in mezzo alle gambe. 

«Hai mai sentito il modo di dire casa de piedra?» chiesi.

«Mai sentita, Pulcino. Che vuol dire?» rispose Jacob. 

Il vento rovente spingeva la voce verso est e faceva rotolare il mio cappello nella polvere.

«Lo diciamo quando ci si sposa, è un portafortuna»

«Che modo da frocetti avete per parlarvi, Pulcino. E a te l’hanno mai detto?»

«Ancora no, Viejo»

«Avanti, non fare il piagnone: le donne portano solo guai; quella scrofa di mia moglie sarebbe in prima fila se potesse vedermi appeso»

Rideva come una iena il Viejo. E si soffocava se rideva troppo.

«Non ti muovere troppo o ci lasci le penne. Pesi e puzzi come un sacco di mais».

«Pulcino… »

«Che c’è?»

«Lasciami morire e vattene».

«Ancora no, Viejo». 

«Che stai aspettando?»

Indicai una sagoma ondulata che scendeva dal canyon a nord. Puntava dritta verso di noi.

«Vattene Pulcino, tu sei ancora giovane. È uno della banda. Viene a vedere quanto sono bravo a penzolare».

«Come fai a esserne così sicuro?»

«Fino a ieri lo facevo io per Fitzpatrick. Se mi andava bene, il cristiano aveva ancora un bel dente d’oro in bocca, da cavarci una notte ubriaco con Melody».

«Se invece fosse un mandriano? O un prete, Viejo? Potrebbero tagliare la corda» 

La risata di Jacob scendeva dall’alto come pioggia fetida. Mi rispose: «Non ci sono uomini buoni in queste terre; anche tu mi ucciderai prima o poi e ti farai grande».

L’orma dell’uomo si avvicinava mentre il sole saliva alto e solitario, facendo sparire le ombre dai cactus e dai pali del recinto dell’hacienda.

«Pulcino, mentre aspettiamo, raccontami una storia» mi chiese sputando una presa di tabacco sanguinolenta.

«Sei così di buon umore da voler ascoltare una storia, Viejo

«Ho la fortuna che ci sei tu, lì sotto. Se c’era un diavolo come me, al tuo posto, starei già penzolando».

Quanto ancora potevo reggere quella carcassa? Quante ore ancora potevo tenerlo in vita? Il terriccio secco su cui poggiavo i piedi mi sembrava lentamente sfaldarsi, lasciandomi sprofondare, secondo dopo secondo, allontanandomi da Jacob. 

«Su, ragazzo, ce l’hai una storia da raccontare?» parlava con quel tono disilluso intriso di Artemisia.

«Non mi viene in mente nulla, Viejo…»

Scavai dentro per cercare qualcosa da raccontargli.

«Non ci pensare troppo Pulcino. Le migliori storie sono quelle sulla punta della lingua»

Che razza di indovino era quel chiacchierone. Mi leggeva dentro. Mi sgranchii le ginocchia, attento a non fargli perdere l’equilibrio, mentre il sole andava a nascondersi dietro la spalla sinistra.

«Lo vedo meglio ora» dissi a Jacob «non è uno della banda».

Il Viejo mugugnò qualcosa.

Un uomo grasso, con una divisa militare tutta logora, camminava a fianco di un cavallo pelle e ossa. Moschetto in spalla e un pesante fagotto sulla schiena, si avvicinava marciando.

«Che ci fate qui voi due?» disse il soldato.  Puzzava di sudore e di bourbon. Passò una mano sui baffacci ingialliti «dico a te, perché non te ne vai? Ti rimangono un paio d’ore di luce e poi diventerete entrambi carne per i lupi».

Non risposi.

«Portalo via, soldatino, e lasciatemi morire in pace».

Il soldato, accigliato, lasciò cadere un fagotto più piccolo. 

«Quindi, ragazzo?» 

«Questo si è preso una bella insolazione, comandante» disse Jacob, «lo devi prendere con le cattive»  .

«Ancora no, comandante».

Puntò il moschetto contro il fagotto.

«Pioverà a breve. Meglio che ti allontani dalla piana. Qui hai acqua, viveri e l’essenziale per un giorno di viaggio» poi girò il cavallo, si avvicinò alla sella e lanciò ai miei piedi una pala.

«Se ci tieni tanto al pellerossa, dagli una sepoltura da cristiano».

Il silenzio era tornato nella vallata. Le labbra si spaccavano come argilla secca. Le gambe cedevano. Nemmeno Jacob aveva più tanto spirito per chiacchierare.

Gli domandai quale sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto, una volta sceso dal cappio. Quel viejo si era addormentato in piedi.

La notte calò d’improvviso. Da dietro i pizzi del canyon, compariva una fredda mezzaluna. Per quanto magra, illuminava tutto.

Sono un vecchio tronco delle foreste di Kayenta. 

Sono un vecchio tronco delle foreste di Kayenta.

Sono un vecchio tr…

«Che ci fai lì in piedi al portone, pesce lesso?» una voce e un nitrito arrivarono dal sentiero alle nostre spalle.

«Nulla che interessi un gringo al galoppo» risposi a quelle ombre.

Il cavallo ripartì di gran carriera e attraversò a tutta velocità l’arco di mattoni, sbilanciandomi. Jacob gorgogliava come un barile, danzando sulle punte degli stivaloni.

«Perché ti diverti a tormentare due povere anime? Chi sei, maledetto? » urlai al mandriano seduto sul suo mustango. Il bianco della luna illuminava una mascella ampia, coperta da una barbaccia nera, e un naso pesto: erano i segni di chi aveva risolto diversi bisticci.

«Non sia mai che voi mi malediciate in questa vallata di scheletri. Eccomi: John Maxwell. Del vostro nome non ne voglio sapere nulla. Mi prendo il fagotto e continuo per la mia strada» disse con voce di baritono. Gli si accese un furbo sorrisetto «…tanto al tuo amico serve solo la pala».

«Ma che stai dic…»

Bang.  

John Maxwell sparò alla fune, con velocità di vipera, recidendola di netto.

Jacob cadde faccia a terra, rigido come una lapide. Il cappio era ancora intorno al collo. Lo seguii a terra inginocchiandomi.

«Il pellerossa è freddo, hombre. Non ti ci crucciare». Il mandriano raccolse il fagotto e si allontanò versò il Rose Creek mentr…

«Aspetta un attimo, Pulcino: nella tua storia io ero già morto e tu mi continuavi a tenere sulle spalle?» chiese Jacob.

Annuii.

«…finisce così la storia?»

«Ancora no, Viejo».

«Mi fa schifo la tua storia, ragazzo. Proprio una storia da frocetti» disse Jacob.

Scoppiammo a ridere.

«Eh poi non sono un pellerossa, mamma è italiana…».

Ridemmo tanto. 

Tanto da piegarmi in due dal ridere. 

Tanto da non sentire più quel ghigno di iena.

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