In questo romanzo, lo scrittore sudafricano J. S. Naudé segue le vicende di Daniel, uno scrittore omosessuale quasi del tutto inerme rispetto a ciò che gli accade, in balia degli eventi. Il destino sembra portarlo dall’altra parte del mondo, dall’Inghilterra al Giappone, passando per la Serbia. La scrittura è veloce, frammentata, come se fosse sempre sul punto di cadere, ma non cade mai. Come questo protagonista mescolato da conflitti interni che sembrano non trovare soluzione: con il padre, con la sua terra, con la sessualità. Sempre in fuga, non si capisce da cosa, ma si intuisce il perché. Padri e fuggitivi è una storia antropologica, che racconta una generazione e un paese dove la guerra civile ha smosso conflitti interni, incancellabili.